L’Isola di San Pietro, distante 10 km dall’adiacente Isola di Sant’Antioco, è raggiungibile esclusivamente via mare con il traghetto (a piedi o imbarcando anche la macchina/moto/bici/camper), dal porto di Calasetta o di Portovesme.
L’unico centro abitato dell’Isola di San Pietro è la cittadina di Carloforte che conta circa 6.400 abitanti, nella parte nord orientale dell’Isola è presente un’isoletta privata: l’Isola Piana.
La cittadina di Carloforte è stata inserita nella lista dei “borghi più belli d’Italia”.
L’origine del nome dell’Isola di San Pietro, secondo la leggenda, si deve all’apostolo Pietro che nel 46 d.c. di ritorno dall’Africa verso Roma si sarebbe riparato sull’Isola a causa di una violenta tempesta.
L’Isola di San Pietro fu chiamata anche: “Enosim” dai punici, “Hieracon Nesos” dai greci, “Accipitrum Insula” dai romani; venne utilizzata come approdo dalle navi fenicie e puniche di passaggio.
La colonizzazione dell’Isola di San Pietro inizia il 17 di aprile 1738, con l’arrivo di 473 Tabarkini (provenienti dall’Isola di Tabarka, ubicata davanti a Tunisi) originari della cittadina di Pegli, in Liguria.
L’Isola di Tabarka, sin dal 1535 era una colonia della famiglia dei Lomellini, Signori di Pegli, che la sfruttarono per i prosperi banchi di corallo. I Tabarkini in seguito, furono costretti ad abbandonare l’Isola poiché divenne troppo piccola per ospitare la popolazione in continua crescita (date le ridotte dimensioni pari a 7 ettari), i banchi coralliferi si impoverirono e inoltre l’Isola era oggetto di continue incursioni da parte dei corsari provenienti da Tunisi.
Per questi motivi, i Tabarkini chiesero al Re Carlo Emanuele III di Savoia di poter popolare l’Isola di San Pietro, tale richiesta venne accolta da parte del Regno Sabaudo che mirava al ripopolamento della Sardegna e fu così che il 17 aprile del 1738 iniziò la fondazione della cittadina di Carloforte. In seguito, con il prosperare della colonia, arrivarono persone provenienti dalla Toscana, dal Piemonte e da Nizza.
L’economia dell’Isola di San Pietro era basata sulla pesca del corallo, dei tonni e dalla produzione del sale marino.
L’Isola subì nel 1793 l’occupazione, anche se per un breve periodo, da parte dei Francesi che la chiamarono “L’isola della libertà”.
Il vascello Vanguard, agli ordini dell’Ammiraglio Orazio Nelson in seguito al danneggiamento degli alberi maestri dell’imbarcazione, il 23 Maggio 1798 approda nell’Isola di San Pietro, ove i maestri d’ascia Carlofortini la riparano in pochissimi giorni, avvenimento citato dallo stesso Ammiraglio Nelson in una missiva spedita alla moglie.
La notte tra il 2 e il 3 Settembre 1798 gli abitanti furono attaccati dai corsari Tunisini che fecero prigioniere 933 persone deportandole in Africa, ove rimasero nella condizione di schiavi per 5 lunghi anni, prima di fare ritorno a Carloforte, solamente dopo un’estenuante trattativa per la loro liberazione.
Successivamente a quest’incursione, i Carlofortini costruirono una cinta muraria a protezione della cittadina, della quale oggi rimangono pochi resti visibili.
Nella seconda metà del XIV secolo, la cittadina di Carloforte ebbe un boom economico, dovuto all’utilizzo delle imbarcazioni Carlofortine per il trasporto dei minerali estratti nelle miniere del Sulcis-Iglesiente, i quali minerali venivano trasportati dalle miniere a dorso di mulo sino ai depositi realizzati sulla spiaggia di “Cala Domestica” ove venivano stoccati per poi esser trasportati con le imbarcazioni Carlofortine dai “Battellieri” (nome attribuito ai marinai dei battelli tipici utilizzati per queste operazioni, che si occupavano anche dello carico e scarico dei minerali) sino al porto di Carloforte.
Vennero costituite leghe e sindacati, tra i quali: quella dei “Battellieri”, dei “Galanzieri” e dei “Lavoratori del mare” che furono tra le prime associazioni a tutela dei lavoratori in Sardegna.
Con la crisi mineraria che colpì duramente a partire dal primo conflitto mondiale, terminarono le attività svolte dai “Battellieri”.
La tonnara è composta da un complesso di reti di fibre vegetali che vengono calate in mare i primi di maggio sino alla metà di giugno, sempre nello stesso punto specifico, tale complesso ha una forma rettangolare lunga circa 400 metri ed una larghezza di circa 40 metri, e viene suddivisa in 5-6 “camere” comunicanti tra loro per mezzo di un apertura richiudibile, la cui stanza finale è chiamata “camera della morte”, dotata di reti anche sul fondo, ove rimangono intrappolati i tonni, che riescono ad entrare ma non uscire, camera nella quale avviene la “Mattanza”.
La mattanza inizia solamente quando il “rais”, ossia il responsabile della tonnara, dopo aver visitato la tonnara, si è accertato che siano entrati nella stessa abbastanza tonni, se giudica che le condizioni siano favorevoli ordina l’inizio della mattanza, vengono chiuse le porte delle camere e vengono spinti i tonni nella “camera della morte”, quando questa è piena di tonni, numerose imbarcazioni si ormeggiano ai lati della stessa e il fondo viene lentamente sollevato e issato dai marinai, che nel frattempo, armati di bastoni uncinati, arpionano i tonni e li issano a bordo. L’acqua inizia a tingersi del rosso sangue dei tonni che cercano in tutti i modi una via di fuga dimenandosi, quando l’ultimo tonno è stato issato a bordo, la mattanza è terminata.
Nella piazza Carlo Emanuele III, antistante l’imbarco dei traghetti, si può ammirare la statua dedicata al Re Carlo Emanuele III di Savoia ed eretta nel 1786 a ringraziamento di colui che permise ai Tabarkini un nuovo inizio, con la fondazione di Carloforte, nell’Isola di San Pietro.
La Chiesa di San Pietro o dei “Novelli Innocenti”, ubicata in Via Vincenzo Corvetto, venne edificata nel 1236 per volere di Papa Gregorio IX, a ricordo dei giovani che, partiti da Marsiglia nel 1212, per partecipare alle Crociate in Terra Santa, naufragarono nell’Isola, questa sorge sul luogo ove furono sepolti i giovani naufraghi. La chiesa è visitabile solamente su richiesta da formulare al parroco della Chiesa principale di Carloforte.
La Chiesa della Madonna dello Schiavo si trova in Via XX Settembre, custodisce un simulacro della Vergine che venne trovato da un ragazzo Carlofortino nei pressi di Tunisi, che venne ridotto in schiavitù in seguito all’incursione Saracena del 1798. Il 15 Novembre si celebra la Madonna dello Schiavo, a ricordo dei fatti avvenuti nel 1798.
La Chiesa di San Carlo, ubicata in Via Goito, venne costruita nel 1775.
Il Castello e le mura di cinta si raggiungono tramite una gradinata presente alla fine del Lungomare.
Il Forte San Vittorio venne edificato per scopi difensivi nel 1767, è ubicato a est delle Saline. La funzione odierna è quella di osservatorio astronomico.
Il Cineteatro “Giuseppe Cavallera” si trova sul Lungomare, la struttura in stile Liberty, edificata tra il 1920 e il 1922 venne utilizzata come sede per le organizzazioni sindacali dei “Battellieri” e successivamente venne adibito a teatro.
Le spiagge/cale dell’Isola di San Pietro sono: Punta Nera, Spiaggia di Guidi, Spiaggia La Bobba, Spiaggia Le Colonne, La Conca, Mezzaluna, Spiaggia La Caletta, Capo Spalmatore, Capo Sandalo, Cala Fico, Cala Vinagra, Baxiili, Punta Oche e La Punta.
Dal Lungomare è possibile prendere l’autobus “ARST” n. 824 e il n. 825 (quest’ultima corsa è attiva solamente dal 15 Giugno al 15 Settembre) che permette di raggiungere le spiagge e le diverse località dell’Isola di San Pietro.
Nel mese di Aprile, a Carloforte, si svolge la Sagra del Cus Cus che celebra uno dei piatti tipici Tabarkini.
Il “Girotonno – Uomini, storie e sapori sulle rotte del tonno”, è un evento consolidato che celebra la tradizione e la cultura legata al tonno, si svolge dal 30 Maggio al 2 Giugno.
L’evento dura quattro giorni, ricchi di appuntamenti circa le tradizioni culturali, artistiche ed enogastronomiche, musica e spettacolo. Tipici di questa manifestazione sono i numerosissimi
stand sparsi per tutto il centro del paese dov’è possibile gustare piatti a base di tonno cucinati da chef internazionali.
La festa di San Giovanni Battista si svolge la notte tra il 23 e il 24 giugno, che per tradizione, era un’occasione per consacrare le promesse di amicizia e d’amore, i giovani che ancora non l’avevano fatto, si dichiaravano alla donna amata e le ragazze promesse spose venivano a conoscenza della professione e dello status sociale del futuro sposo. Oggi la festa ha solamente un valore simbolico, è possibile vedere alcuni gruppi folk che girano per le strade del paese intonando i canti tipici della tradizione Tabarkina.
Il 29 giugno si svolge la festa religiosa in onore dei Santi Pietro e Paolo che culmina con la processione via mare con numerose imbarcazioni che accompagnano la statua di San Pietro sino al porto di Carloforte.
E’ un festival dedicato alla musica per film: tre giorni di proiezioni, concerti, incontri con musicisti e gente di cinema.
Il pesce è uno degli elementi fondamentali nella cucina Carlofortina come la “cassolla” (zuppa di pesce), il tonno, il polpo all’inferno, lo stoccafisso alla Tabarkina.
La pasta fatta in casa, come: i cassulli, i maccheroni al giunco, i ravioli di ricotta, i curzetti, il caschà.
La bottarga di tonno (le uova), musciamme di tonno (il filetto), la “cappunadda”.
La farinata e la focaccia.
I canestrelli, le torte di ricotta, i giggeri, le meraviglie, il gatò ed i panetti con fichi.